LA PISCINA: A COSA STARE ATTENTI

A cura di Alberto Martelli, pediatra convenzionato con Ente Mutuo Regionale

Il dottor Alberto Martelli, pediatra convenzionato con Ente Mutuo Regionale, risponde alle domande, dubbi o richieste più comuni legate a tematiche trasversali relative allo sport e alla salute dei bambini e non solo.

  • E’ vero che uscire dalla piscina con i capelli bagnati può incrementare il rischio di infezioni respiratorie?

La piscina è un ambiente comunitario chiuso, nei mesi freddi e, come tale, chi la frequenta, può esser contagiato da una persona infetta o raffreddata con cui viene a contatto. I capelli bagnati di norma non sono un problema ma ci sono persone particolarmente vulnerabili, specie alcuni bambini, nei confronti dei quali è sempre utile adottare norme di sicurezza, come asciugare bene i capelli prima di uscire al freddo.

  • Le infezioni della pelle sono più frequenti in chi va in piscina?

Sì, questo può valere nei confronti di bambini e adulti con dermatite atopica o eczema che dir si voglia. In queste persone, la cute secca non ha il normale film idro-lipidico che abitualmente ricopre la nostra pelle come un mantello. Per tale motivo possono essere più frequenti sia le infezioni batteriche, specialmente da Stafilococco aureo provocando piodermiti come l’impetigine, sia le infezioni virali come le verruche. Tipiche le verruche plantari, più frequenti in chi cammina senza ciabatte, che sono le uniche verruche ad essere dolenti durante la deambulazione.

  • L’acqua clorata della piscina secca la pelle?

Sì perché in questo caso si verifica un doppio effetto. L’acqua, di per sé, secca la pelle. E’ esperienza comune avere secco il dorso delle mani quando ci si lava frequentemente le mani. Il cloro aggiunge un effetto ulteriore nel seccare la pelle. Nei casi di secchezza cutanea dopo il bagno, utile applicare creme idratanti ogni volta che si frequenta la piscina.

  • Respirare i vapori di cloro può essere a rischio per il paziente asmatico?

Sì, può esserlo. Il bambino asmatico è un bambino che può innescare l’asma bronchiale con stimoli diversi. I principali sono sicuramente rappresentati da allergeni (acari, pelo di animali, pollini ecc.) e da infezioni, specie virali. Anche altri meccanismi possono essere la causa di una crisi asmatica: sforzo fisico, inalazione di aria molto fredda, inalazione di vapori di alimento ecc. Anche i vapori di cloro, che rimangono in piscina a pelo d’acqua, possono essere inalati ed essere la causa di tosse e asma ma solo in pochi bambini asmatici e pertanto il nuoto in piscina è raccomandato al bambino/ragazzo asmatico

  • Quando si è raffreddati, si può andare in piscina?

Se c’è solo un po’ di raffreddore, senza tosse e febbre, sono sempre le condizioni generali del bambino a suggerire il comportamento. Se il bambino è vivace, attivo e si sente di andare, non ci sono particolari preclusioni. Utile, in questi casi, la mascherina per preservare gli altri bambini dal contagio.

  • Sono utili i corsi di acquaticità in piscina per i lattanti?

Sì molto. Il lattante sta benone in acqua perché è abituato al liquido amniotico materno. Impara ad avere dimestichezza con l’acqua, aspetto che nella vita sarà sempre utile. Impara alcuni movimenti coordinati, eseguiti contro resistenza dell’acqua e pertanto, mai bruschi per definizione. Inoltre ha modo di stare vicino al papà o alla mamma rinsaldando il legame affettivo e di gioco con chi gli sta maggiormente vicino