L’intolleranza permanente al glutine è una condizione delicata a cui prestare attenzione per il corretto sviluppo del bambino
La celiachia è un’intolleranza permanente al glutine scatenata da un meccanismo autoimmune. Può insorgere in età pediatrica, ma anche più tardi, e colpisce maggiormente le bambine. In Italia, la sua incidenza è dell’1% sulla popolazione totale.
Questa condizione cronica interferisce con l’assorbimento di minerali e vitamine, compromettendo crescita e sviluppo. Per questo, una diagnosi tempestiva è essenziale per adottare una dieta senza glutine che permetta di evitare malnutrizione e complicanze.
La celiachia: i sintomi nei bambini
La celiachia si distingue da altre condizioni come l’allergia al grano o l’intolleranza al glutine non celiaca. Poiché si tratta di una malattia autoimmune, l’unico trattamento efficace è l’esclusione totale del glutine dalla dieta.
Nei bambini può manifestarsi in due forme principali:
- Celiachia classica: sintomi gastrointestinali come diarrea, vomito, addome disteso e scarsa crescita.
- Celiachia atipica: sintomi assenti o manifestazioni extraintestinali come anemia da carenza di ferro o acido folico, bassa statura o difficoltà di crescita non giustificate.
Celiachia: la diagnosi con gli anticorpi antitransglutaminasi
La diagnosi di celiachia segue protocolli internazionali e si basa su esami del sangue per la ricerca degli anticorpi antitransglutaminasi. Se questi risultano positivi, può essere necessaria una gastroscopia con biopsia per confermare il danno intestinale.
Nei bambini, se gli anticorpi risultano negativi, la celiachia è altamente improbabile e non si procede con ulteriori test. Anche se l’iter diagnostico può preoccupare i genitori, questi esami sono sicuri e ben tollerati, garantendo un risultato affidabile.
La dieta senza glutine nei bambini
Una volta confermata la diagnosi, è fondamentale adottare una dieta senza glutine. È importante non escludere il glutine prima della diagnosi, poiché ciò potrebbe falsare i risultati degli esami.
Oltre al supporto del pediatra, è consigliabile consultare un dietista per organizzare un piano alimentare adeguato. Bisogna evitare qualsiasi contaminazione alimentare per garantire un miglioramento dei sintomi e la normalizzazione degli anticorpi antitransglutaminasi.