Cirrosi epatica: abbassa il bicchiere, alza la prevenzione

Cos’è la cirrosi epatica e perché non va sottovalutata

La cirrosi epatica è una malattia cronica e degenerativa del fegato, caratterizzata dalla distruzione progressiva delle cellule epatiche e dalla loro sostituzione con tessuto cicatriziale (fibrosi) e noduli rigenerativi. Questo processo altera la normale architettura del fegato, ostacolando il flusso sanguigno e compromettendo la funzionalità dell’organo.

Uno dei principali fattori di rischio è l’abuso cronico di alcol, ma non è l’unico: anche epatiti virali croniche (come l’epatite B e C) e malattie metaboliche (come la steatoepatite non alcolica – NASH) possono portare allo sviluppo della cirrosi.

Come si sviluppa la cirrosi epatica?

La cirrosi rappresenta lo stadio finale di diverse malattie epatiche. Quando il fegato è sottoposto a stress continuo (da alcol, virus o farmaci), le cellule danneggiate vengono progressivamente sostituite da tessuto fibroso non funzionale. Questo comporta:

  • Ostruzione del flusso sanguigno epatico,

  • Aumento della pressione nella vena porta (ipertensione portale),

  • Riduzione della capacità depurativa e sintetica del fegato.

Sintomi iniziali

Nei primi stadi, i sintomi possono essere poco specifici:

  • Affaticamento,

  • Disturbi digestivi,

  • Gonfiore alle caviglie (edemi periferici),

  • Nausea.

Sintomi negli stadi avanzati

Con il progredire della malattia si manifestano:

  • Dolore al fianco destro (ipocondrio),

  • Confusione mentale (encefalopatia epatica),

  • Ritenzione di liquidi (ascite, gambe gonfie),

  • Colorito giallastro della pelle e degli occhi (ittero),

  • Aspetto fisico alterato: parte superiore del corpo magra e inferiore gonfia.

Quali sono le cause principali della cirrosi epatica?

1. Abuso di alcol

È responsabile di circa il 30% dei casi di cirrosi. Il consumo prolungato e abituale di alcolici, anche in quantità non eccessive ma costanti, può provocare danni irreversibili al fegato.

2. Epatiti virali croniche

L’epatite B e soprattutto l’epatite C, se non curate, possono evolvere in cirrosi in molti pazienti.

3. Malattie metaboliche

Come la steatosi epatica (fegato grasso), spesso legata a obesità, diabete e dislipidemia, può degenerare in steatoepatite non alcolica (NASH) e quindi in cirrosi.

4. Altri fattori

  • Uso prolungato di farmaci epatotossici (come alcuni analgesici o steroidi),

  • Disturbi autoimmuni (come l’epatite autoimmune),

  • Accumulo di ferro (emocromatosi) o rame (morbo di Wilson).

Cosa fare se si sospetta la cirrosi?

La diagnosi precoce è fondamentale per rallentare l’evoluzione della malattia. È necessario:

  • Monitorare gli enzimi epatici con esami del sangue,

  • Eseguire ecografia epatica e, in alcuni casi, elastografia o biopsia,

  • Valutare segni di ipertensione portale e insufficienza epatica.

È possibile curare la cirrosi?

Attualmente non esiste una cura definitiva per la cirrosi, ma è possibile gestirla efficacemente, specialmente se diagnosticata precocemente. Le strategie principali includono:

1. Astensione completa dall’alcol

È la prima misura terapeutica, essenziale per evitare il peggioramento del quadro clinico.

2. Modifica dello stile di vita

  • Dieta equilibrata,

  • Controllo del peso,

  • Riduzione del sale per prevenire l’ascite.

3. Trattamento farmacologico

In base alla causa e alla gravità, possono essere prescritti:

  • Farmaci antivirali per le epatiti,

  • Diuretici per gestire i liquidi in eccesso,

  • Lattulosio per l’encefalopatia epatica.

4. Trapianto di fegato

Nei casi avanzati, quando il fegato non è più in grado di svolgere le sue funzioni, il trapianto epatico rappresenta l’unica opzione salvavita.


Conclusione: la prevenzione parte dalla consapevolezza

La cirrosi epatica è una malattia grave, spesso evitabile. Abbandonare abitudini dannose come il consumo eccessivo di alcol, controllare le patologie metaboliche e aderire ai controlli medici regolari può fare la differenza.


Disclaimer medico

Le informazioni contenute in questo articolo hanno finalità esclusivamente informative e non sostituiscono in alcun modo il parere del medico. Per diagnosi o trattamenti, rivolgiti sempre a un professionista sanitario qualificato.