Un dato allarmante: nel 2050 si prevede che cinque miliardi di persone nel mondo saranno affette da miopia. Soprattutto i bambini e i ragazzi sono i soggetti più esposti a questo problema.
Le cause sono molteplici. La ridotta permanenza ludica all’aperto dove ci sono piante e parchi e in special modo il verde, colore che riduce l’affaticamento e lo stress visivo. L’aumento dell’attività ravvicinata, sia nello studio, sia durante la giornata, con l’utilizzo intensivo di cellulare, iPad e monitor di computer. Lo stile di vita urbano, con maggior sedentarietà e un’alimentazione sbilanciata con cibi troppo spesso raffinati, processati e poco salutari come merendine e preconfezionati. Mancanza di verdura e frutta di stagione. Stimolazioni mentali pressanti e persistenti attraverso internet e i social.
Le conseguenze sono psicologiche, funzionali e anatomiche, con un progressivo allungamento del bulbo oculare, particolarmente sensibile nella fase pubere dei giovani, fino all’età dei 15 – 17 anni.
Fondamentale è individuare il più precocemente possibile la predisposizione e l’inizio di questo problema. Senza dimenticare che esiste anche la predisposizione genetica familiare alla miopia.
Una volta individuato il difetto rifrattivo bisogna sempre correggerlo, anche se di entità lieve.
La tecnologia ottica mette a disposizione delle particolari lenti per queste fasi iniziali, studiate appositamente per i giovani pazienti.
Sono le lenti a defocus, dove un’alternanza di segmenti invisibili nella lente a diversa gradazione diottrica positiva, eccetto una ristretta porzione centrale, consentono zone di focalizzazione e di defocus per consentire all’occhio di fare uno sforzo visivo il meno intenso possibile. Usate dai 5 ai 13 anni risparmiano la progressione miopica del 60% circa all’anno, rispetto alle classiche lenti monofocali.
Sono in materiale ad alta resistenza e durabilità, come il policarbonato, che possiede anche elevate caratteristiche di trasparenza e leggerezza, e un’ottima protezione dai raggi U.V.
Da sole, però, non sono sufficienti se non si adotta anche un modello d’igiene della visione più moderno, con frequenti tempi all’aria aperta; regolari intervalli durante l’uso di computer e device elettronici; una postura corretta con sedie ergonomiche e senza studiare sul divano o per terra. Vietare l’uso di cellulari ai bambini sotto i sei anni, come se fosse il sostituto della “tata”, e non usarlo di notte a letto o prima di addormentarsi. L’eccesso di luce blu emessa disturba il ritmo fisiologico del sonno. Regola che vale peraltro per tutti i gradi di età.
Dott. Mario Parma 10-12-2025