Che cos’è il rischio annegamento
Il rischio annegamento è una minaccia spesso sottovalutata, ma in Italia provoca ogni anno circa 330 vittime. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), oltre il 12% delle vittime di annegamento ha meno di 18 anni e più della metà ha meno di 9 anni. Numeri allarmanti che emergono dal secondo rapporto dell’Osservatorio per lo sviluppo di una strategia nazionale di prevenzione degli annegamenti.
L’acqua esercita un’attrazione irresistibile sui bambini: piscine gonfiabili, mare, laghi o anche semplici pozze possono diventare trappole mortali se manca la supervisione. Il rischio annegamento riguarda in particolare la fascia di età 1-4 anni, ma cresce sensibilmente nell’adolescenza, arrivando a rappresentare oltre il 53% dei casi pediatrici.
Cause principali del rischio annegamento
Dietro il rischio annegamento, spesso si cela la distrazione degli adulti di riferimento. Secondo i dati ISS:
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Il 38% dei genitori si distrae parlando con altre persone.
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Il 18% legge o consulta il telefono.
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Il 17% mangia.
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L’11% parla al telefono.
Inoltre, molti adulti credono erroneamente che un bambino in pericolo faccia rumore o urli, ma l’annegamento può avvenire in modo silenzioso e in pochi secondi.
La nuova campagna ISS per ridurre il rischio annegamento
In vista dell’estate, periodo in cui il rischio annegamento aumenta, l’Istituto Superiore di Sanità, insieme a nove Regioni italiane, ha lanciato una campagna di sensibilizzazione. Protagonista è Salvo, un pesciolino animato che spiega ai genitori come comportarsi in modo sicuro al mare, al lago o in piscina.
Il video, diffuso sui canali social dell’ISS e delle Regioni coinvolte, mira a smontare false credenze e a promuovere comportamenti corretti per prevenire il rischio annegamento dei bambini.
Consigli per prevenire il rischio annegamento
L’ISS ha diffuso alcuni consigli fondamentali per ridurre il rischio annegamento:
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Scegliere sempre acque sorvegliate e rispettare le regole indicate dai bagnini.
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Non fare il bagno con mare mosso o in zone soggette a correnti di ritorno.
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Sorvegliare sempre i bambini, anche in piscine domestiche o private.
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Favorire l’acquaticità con corsi di nuoto.
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Evitare tuffi dopo mangiato o dopo esposizione prolungata al sole.
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Non tuffarsi mai da scogli o in acque di cui non si conosce la profondità.
Conclusione
Il rischio annegamento è un pericolo reale, ma prevenibile con attenzione e consapevolezza. Segui sempre le indicazioni degli esperti e insegna ai tuoi figli a rispettare l’acqua.
Leggi anche come prevenire l’otite del nuotatore.
Consulta il portale dell’Istituto Superiore di Sanità per approfondimenti.
📌 Disclaimer medico: Le informazioni fornite hanno scopo divulgativo e non sostituiscono il consulto di un professionista. In caso di dubbi, affidati a un esperto.