Tra le numerose malattie degli occhi ne esiste una, non molto conosciuta tra la popolazione, che si chiama uveite. Rappresenta circa il 10% di tutte le patologie oculari e colpisce maggiormente i giovani adulti tra i 20 e i 50 anni; raramente anche bambini e anziani. In realtà si deve parlare di uveiti al plurale, in quanto le tante manifestazioni di questa affezione sono spesso variegate e a volte singolari.
Interessano la membrana intermedia, chiamata uvea, delle tre che formano il globo oculare. Essa comprende tre parti: la prima, denominata iride, corrisponde al sesto anteriore; è variamente colorata con, al centro, la rotonda pupilla che funge da diaframma mobile per il passaggio della luce.
Il corpo ciliare, la seconda componente, è un anello posto intorno all’iride, ma nascosto alla vista dalla tunica fibrosa bianca esterna oculare. Svolge la funzione di trattenere il cristallino al centro della pupilla e, contemporaneamente con la sua parte muscolare, di consentire la messa a fuoco mediante la variazione di curvatura del cristallino stesso; una porzione speciale del corpo ciliare produce il liquido chiamato umor acqueo, che nutre la zona anteriore: la cornea e il cristallino.
La terza e ultima, la coroide, avvolge tutto il resto dell’occhio ed è una densa struttura vascolare con la più alta percentuale di vasi sanguigni del corpo umano. La membrana nervosa retinica è adagiata su di essa e ne trae il nutrimento necessario.
Esaminando il fundus oculi questo appare di colore rosso proprio per la presenza di questa importante porzione anatomica.
L’uvea è quindi la parte vascolare dell’occhio e come tale, oltre a nutrire diverse strutture, è anche quella più reattiva, in quanto veicola, appunto attraverso il sangue, vari costituenti come ossigeno, cellule e fattori di difesa, ma anche elementi come gli anticorpi e microrganismi che possono determinare infiammazione o infezione. Anche le malattie reumatologiche sono spesso causa di uveite. Nel caso in cui l’origine – la noxa patogena – non sia facilmente identificabile si parla di uveite idiopatica.
Alcune malattie infiammatorie e autoimmuni sistemiche causano questa affezione: ad esempio la sarcoidosi, la spondilite anchilosante, il lupus, la sindrome di Sjögren.
Tra le infezioni ricordiamo i vari virus erpetici, il citomegalovirus, EBV ecc.; i batteri, i parassiti e i funghi.
Purtroppo le conseguenze di uveite possono anche essere rovinose e arrivare fino alla cecità; ecco perché è importante la diagnosi precisa e tempestiva, a fronte di sintomi a volte sfumati e che non rispecchiano la reale gravità della malattia.
Tra i più comuni sintomi di uveite vi sono: l’arrossamento dell’occhio, in alcuni casi non particolarmente accentuato; la monolateralità: coinvolgendo solo un occhio, mentre la bilateralità è appannaggio, nello specifico, delle forme autoimmuni; la sensibilità alla luce (fotofobia); la visione annebbiata e ridotta; il dolore oculare profondo; la lacrimazione e la percezione di corpi mobili vitreali e macchie più o meno scure nel campo visivo, oltre a luci lampeggianti (dette fosfeni).
Le manifestazioni uveitiche possono essere repentine e ingravescenti (acute), o con un lento e graduale sviluppo (croniche), o con episodi ripetuti nel corso del tempo e dei mesi (ricorrenti).
Dott. Mario Parma 14-10-2025