I Disturbi della Nutrizione e Alimentazione (DNA) sono patologie complesse, caratterizzate da un rapporto disfunzionale con l’alimentazione, con conseguenze importanti per la salute del corpo e della mente.
“I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione sono caratterizzati da un persistente disturbo dell’alimentazione o di comportamenti collegati all’alimentazione che determinano un alterato consumo o assorbimento di cibo e che danneggiano significativamente la salute fisica o il funzionamento psicosociale” (DSM-5)
Possono presentarsi in associazione ad altri disturbi psichici come ad esempio disturbi d’ansia e disturbi dell’umore. Lo stato di salute fisica di chi è affetto da DNA è quasi sempre compromesso a causa delle alterate condotte alimentari.
Affrontare questi disturbi, che coinvolgono in modo trasversale la sfera psichica, sociale, nutrizionale e comportamentale, richiede una risposta altrettanto articolata e multidisciplinare.
Il Centro per la diagnosi e la cura dei disturbi del comportamento alimentare della Fondazione Mondino di Pavia – ente convenzionato con Ente Mutuo Lombardia – mette a disposizione dei pazienti un’equipe di professionalità altamente specializzate.
I percorsi di cura si articolano in diversi livelli di cura in base alla gravità della sintomatologia presentata dal paziente.
Il primissimo passo consiste nell’accoglienza del paziente in Ambulatorio, dove una scheda di triage viene compilata da un medico/psicologo specializzato. Al momento della presa in carico, il paziente è assistito da un’equipe multidisciplinare di specialisti, composta da Neuropsichiatri, Psicologo-Psicoterapeuti, TERP/Educatori, infermieri e OSS, Nutrizionista e Dietologo.
“La grande risorsa del nostro centro sta nelle persone, tutti operatori di grande esperienza e professionalità” spiega la responsabile del Centro dott.ssa Martina Mensi “Ogni professionista fornisce una sua consulenza specialistica e il lavoro sul paziente si fonda sulla sinergia tra le diverse figure professionali, gli elementi diagnostici e gli obiettivi terapeutici sono continuamente rielaborati e modulati rispetto alle condizioni del paziente in carico in riunioni di equipe settimanali e momenti di supervisione comune permettendo un’ampia lettura integrata del caso, in assenza di gerarchie di ruolo”.
Il team sanitario del centro segue un modello assistenziale che si definisce psicodinamico, (il paziente è accompagnato in un percorso introspettivo di rielaborazione personale), evolutivo (in rapporto all’età e allo sviluppo individuale), integrato perché gestito in ottica multidisciplinare e partecipato, ossia con il coinvolgimento continuativo della famiglia.
Il progetto terapeutico-riabilitativo si definisce a partire dai temi emersi dalla fase psicodiagnostica.
“Il percorso di psicoterapia individuale – spiega lo psicologo e psicoterapeuta Luca Capone – si focalizza sul processo di separazione-individuazione, sul processo di mentalizzazione del corpo sessuato e la sua integrazione psichica, sulla definizione e costruzione dell’identità di genere, sul rapporto con i pari e sull’integrazione degli aspetti scissi. Sono inoltre importanti il lavoro sul ruolo genitoriale e sull’intera famiglia. Il nostro modello prevede che i genitori siano coinvolti in modo massiccio e continuativo sia in fase di consultazione, sia di presa in carico terapeutica. Ruolo materno e ruolo paterno sono al centro dell’interesse clinico. Siamo convinti che la famiglia possa diventare parte integrante del processo di cura ottenendo un ruolo di facilitatore della guarigione se adeguatamente supportata”.
In affiancamento alla presa in carico psichiatrico-psicologica, c’è la riabilitazione psichiatrica e nutrizionale. L’educatore/TERP, con la partecipazione del nutrizionista, si occupa dell’assistenza al pasto, utilizzando diverse strategie, tra cui la definizione di un “piano di gestione della crisi” e tecniche di mindful eating al fine di consentire agli assistiti di affrontare e superare gli ostacoli, le ansie e le paure che impediscono loro un’assunzione adeguata di nutrienti.
Parte integrante del processo di cura è anche l’intervento scolastico, in cui attraverso il costante contatto con i docenti è possibile favorire stili di apprendimento adeguati e l’attivazione delle numerose attività laboratoriali.