CHE COS’È LA DISMORFOFOBIA?

La paura di sentirsi sempre brutti: cause, manifestazioni e sintomi

La Dismorfofobia o Disturbo da Dismorfismo Corporeo, è una patologia caratterizzata da una eccessiva preoccupazione per i difetti fisici, spesso immaginari o comunque di entità decisamente inferiore a quanto percepito dal soggetto che ne soffre.

Questa può rivolgersi ad ogni parte del corpo che può essere criticata per le sue dimensioni o per la sua forma: naso, bocca, orecchie, i capelli, la pelle, il seno, il pene e i testicoli e in generale gli organi genitali.

Dismorfofobia e dipendenza da selfie

Le statistiche riportano che negli ultimi anni sono sempre di più le persone che si rivolgono alla chirurgia estetica per migliorare dei tratti fisici di cui non si compiacciono. Questa è una prassi alimentata anche dall’uso smodato di numerose applicazioni e filtri che consentono di modificare le immagini direttamente sui propri device, per correggere i difetti o migliorare la fisionomia. Talvolta, però, questo comportamento si trasforma in una vera e propria ossessione, tanto da non accettare più la propria naturalezza: l’Associazione Americana di Psichiatria ha considerato la dipendenza da selfie come una conseguenza della Dismorfofobia, constatando che 2/3 dei pazienti affetti da questo disturbo siano abituati a scattarsi dei selfie. Si riferisce inoltre alla specifica richiesta di interventi e prassi medico-estetiche, che riproducono le immagini di se stessi prodotte dagli applicativi tecnologici.

Dismorfofobia: quando si manifesta

L’età di insorgenza di questo disturbo è molto precoce, e si sta abbassando sempre di più, se prima si potevano annoverare casi a partire dai 15-18 anni, adesso è a partire dai 10-15. È un fenomeno maggiormente diffuso tra gli adolescenti che iniziano a usare i social network, i quali presentano già di per sé un fattore di alto rischio, poiché vivono una fase della vita in cui il proprio corpo inizia a modificarsi per effetto naturale della crescita, che con ciò implica uno sviluppo identitario e la necessaria acquisizione di autonomia. Per chi soffre di dismorfofobia, questi cambiamenti arrivano ad essere inaccettabili.

Dismorfofobia, la diagnosi

La diagnosi è purtroppo spesso più tardiva rispetto al reale momento di insorgenza, a causa dell’estrema reticenza e della vergogna nel parlare di questo problema, preoccupazione che acquisisce note fobico-ossessive, determinando un grave disagio personale, un profondo stato di disagio e inadeguatezza che si ripercuote sulla vita sociale, di relazione e lavorativa.

Spesso la coscienza della malattia è molto scarsa, queste persone mancano totalmente della consapevolezza che il problema è di tipo psicologico e non estetico, la maggior parte di essi infatti è erroneamente convinta che correggendo il difetto fisico potranno finalmente vivere sereni, rivolgendosi in prima istanza alla chirurgia plastica – anche quando il difetto obiettivamente non esiste – e avendo aspettative irrealistiche, rimangano il più delle volte insoddisfatti del risultato chirurgico ottenuto.

Disturbo da Dismorfismo Corporeo: la terapia

Innanzitutto è opportuno sottolineare che il decorso di questa malattia, se non trattato, è cronico e soprattutto diventa sempre più grave e invalidante. Spesso chi ne soffre va incontro a problemi di Depressione e  gli studi mostrano che più dell’80% dei pazienti affetti da Dismorfofobia mostrano anche un Disturbo della Personalità.

Per affrontare questa patologia un supporto farmacologico è indispensabile e a questo bisogna affiancare un valido percorso psico-terapeutico.

13/12/2023