CRISI ENERGETICA E OCCHIO

A cura di Mario Parma, medico specializzato in Oftalmologia, convenzionato con Ente Mutuo Regionale

Non è bastato il cataclisma sanitario dell’epidemia COVID-19 a mettere a soqquadro l’umanità; e la successiva invasione da parte della Russia all’Ucraina a sconvolgere gli equilibri economici europei e internazionali. La carenza di gas e la conseguente crisi energetica con il rincaro delle bollette hanno assestato il colpo finale. Ci si trova a dover reimpostare i propri valori e il modo di vivere. L’aumento del costo della vita, le statiche retribuzioni e le migliaia di attività che chiudono creano un forte disagio sociale.

Si prospettano tempi bui, nel senso letterale della parola. L’incubo del contingentamento delle forniture di energia, i razionamenti, le limitazioni e i blocchi sono invece, purtroppo, un possibile prossimo scenario. La notte sempre illuminata diventata, artificiosamente, il prolungamento del giorno, sarà di nuovo preda dell’oscurità.

Gli occhi, organo sensoriale principe, consentono di percepire tutto quello che accade intorno a noi, soprattutto e solo in presenza di luce. Senza di essa fissare il vuoto angosciante del nulla senza trovare punti rassicuranti crea un così forte disagio che, in caso di persistente e cronica carenza luminosa, è un attimo cadere nelle spire di depressione, ansia, insicurezza e perdita di concentrazione.

Perdere l’orizzonte visivo fa smarrire l’orizzonte mentale. L’equilibrio della coscienza e della personalità è dato da immagini cerebrali che nascono dal vissuto di esperienze e visioni elaborate nel corso della vita. Vedere strade più buie, esercizi commerciali con illuminazione ridotta e insegne spente, amplificano il profondo disagio personale e collettivo.

Secondo Mirko Drazen Grmek (1924 – 2000): “La malattia è un fatto biologico complesso calato nel tempo sociale del paziente”, esiste l’uomo malato in rapporto anche all’ambiente della sua epoca.  Pertanto la carenza luminosa porta a perdita di benessere e quindi a potenziale patologia.

La vista permette l’85% di relazione con il mondo esterno, quindi un’anomalia del sistema come una malattia oculare riduce, a volte drasticamente, i riferimenti; lo stesso può essere causato da fattori esterni e ambientali negativi.

La luce incrementa la serotonina e regola positivamente l’umore e i ritmi circadiani giorno/notte. L’oscurità e la mancanza d’illuminazione sono di conseguenza responsabili di perdita di serenità per la collettività: una cataratta o una maculopatia agiscono sfavorevolmente allo stesso modo ma sul singolo soggetto.

L’abitudine al raggiunto tenore di vita odierno ha fatto perdere di vista il concetto che tutto ciò dipende essenzialmente da una cosa: l’energia. Quell’invisibile forza che è difficile concettualmente capire da dove origina e come si trasmette, manifesta la sua presenza solo se ci si sofferma a considerare il calore dei raggi solari o l’effimera ma roboante potenza di un fulmine durante una tempesta. Imbrigliare tale forza risolverebbe di molto l’attuale crisi energetica.

L’umanità, per ora, è riuscita a ricavare faticosamente energia solo con sistemi che hanno come contropartita un alto prezzo socio – ambientale. Con una richiesta in espansione esponenziale e  un’offerta che non tiene il passo. Quasi improvvisamente, ora, ci si trova a ipotizzare foschi scenari senza il caldo tepore del riscaldamento in gelidi inverni, e senza il fresco ristoro del condizionatore in torride estati.

E gli occhi? Ne subiscono le conseguenze:

  • Muoversi in città e ambienti poco illuminati, camminare per marciapiedi danneggiati e irregolari, crea maggior rischio d’incidenti e traumi da caduta, ed anche minor sicurezza per aumento della criminalità;
  • Considerando gli ambienti dove si vive, come abitazioni e uffici, la ridotta temperatura è positiva solo per chi soffre di occhio secco, che è meno sottoposto a ridotta lacrimazione evaporativa. Mentre, se abbinata anche a scarsa luce, sono più facili arrossamenti congiuntivali e cronico affaticamento visivo;
  • Valori di basso illuminamento esauriscono precocemente la biochimica della complessa struttura neuronale sensitiva all’interno dell’occhio, che andrà incontro a riduzione dell’efficienza e indebolimento;
  • Nei bambini e nei giovani la poca luce è un fattore favorente l’aggravamento della miopia. Così come usare dispositivi elettronici in ambienti bui con elevata luminosità dello schermo.

L’illuminazione diventa rilevante nei suoi vari aspetti, compatibilmente con regole di basso consumo e ottimizzazione della resa energetica. Deve essere: sufficiente, non abbagliante, uniforme, intesa come equilibrio tra luci e ombre, di composizione spettrale simile alla luce naturale. Come fare?

  • Sfruttare al massimo la luce solare, collocando scrivanie e tavoli di lavoro vicino alle finestre;
  • Evitare ambienti completamente scuri e preferire una leggera illuminazione soffusa;
  • Verificare, in caso di utilizzo di occhiali, che non siano rigati e che la correzione sia fresca di controllo oftalmologico. Lenti con filtri adatti per la luce blu, antiriflesso e di grandezza adeguata stancano nettamente meno la visione.

Se è stata diagnosticata una cataratta, è l’occasione per fare l’intervento. Eliminare annebbiamenti, aloni e instabilità della vista produce maggior sicurezza e fiducia in se stessi.

Colliri per la protezione della superficie oculare dal freddo e integratori per supportare la funzionalità retinica sono indubbiamente utili.

Pensare comunque sempre in modo positivo, sapendo che dopo il tetro periodo invernale tornerà sempre una sfavillante primavera.

30/01/2023