I MOTIVI PER CUI DOBBIAMO VACCINARE I NOSTRI RAGAZZI

A cura di Alberto Martelli, pediatra ospedaliero convenzionato con Ente Mutuo Regionale

In questi giorni, come pediatra, ricevo molte telefonate da genitori che mi chiedono cosa fare in merito alla vaccinazione anti Covid-19 per bambini e ragazzi. Notizia recentissima è che l’EMA, l’Agenzia europea per i medicinali, ha autorizzato la somministrazione del vaccino Pfizer dai 12 ai 15 anni di età. Non si è dato l’ok, prima di ora, perché non c’era ancora l’acquisizione dei dati di sicurezza, determinanti sempre, ma specialmente per questa delicata fascia di età. Ma quali sono i veri motivi per cui non dobbiamo tergiversare ma vaccinare i nostri ragazzi per il Covid-19?
Il primo motivo riguarda l’ormai consolidata nozione che il Covid-19 non colpisce significativamente i nostri ragazzi. È in buona misura vero, ma occorre puntualizzare che, in un piccolo numero di casi, non è proprio così. Dal privilegiato osservatorio ospedaliero abbiamo osservato alcuni casi di MIS-C nei ragazzi. Si tratta di una malattia multisistemica, che colpisce cioè contemporaneamente numerosi apparati e che può avere, in relazione agli organi colpiti, un’evoluzione estremamente severa. Vaccinando i ragazzi per il Covid-19, li si protegge anche da questa temibile complicanza.
La seconda ragione, indiretta, riguarda la protezione riverberata nei confronti di genitori e nonni. Voi mi direte: ma ormai sono tutte vaccinate le altre generazioni. Non è proprio vero. Molte persone non hanno ancora aderito alla campagna vaccinale ma, quello che più conta, è che sono previste vaccinazioni di richiamo per la popolazione adulta. Cosa significa questo? È plausibile pensare che, poiché sono previsti richiami, ci siano molte persone nell’età adulta che, per un certo tempo, possano essere vulnerabili al Covid-19, prima di fare un richiamo. La protezione dei ragazzi, che magari frequentano quotidianamente la casa dei nonni, aumenta la protezione anche dei genitori e nonni attraverso quella indiretta dei ragazzi.
Il terzo punto riguarda, attraverso il vaccino nei ragazzi, la possibilità che anche loro possano fruire della fatidica “green card”. Viaggiare, perché no, andare in discoteca ecc. potrebbe essere loro garantito, nel tempo, solo dopo aver eseguito la vaccinazione anti-Covid-19. È giusto che i ragazzi possano riconquistarsi la loro vita con tutti i momenti di socializzazione atti a farli crescere. Il penultimo aspetto riguarda anche il ruolo sociale che i ragazzi devono avere e che devono percepire di poter avere. La vaccinazione anti Covid-19, in queste fasce d’età, contribuirà al raggiungimento della fatidica immunità di gregge perché non dobbiamo dimenticare che l’età pediatrica, in Italia, è rappresentata da 12 milioni, fra bambini e ragazzi. Come già abbiamo avuto modi di ricordare i ragazzi, salvo rare eccezioni, sono stati molto bravi, in quest’ultimo anno, e devono capire che il loro ruolo è davvero centrale per aiutare a sconfiggere il Covid-19. L’ultima considerazione che dovrà aiutare le famiglie a vaccinare i propri figli riguarda l’osservazione che i bambini e i ragazzi possono essere, come avviene anche per gli adulti, portatori sani del virus SARS CoV-2 in maniera del tutto asintomatica. Questo potrebbe determinare, nel periodo asintomatico di persistenza del virus nel naso-faringe, una maggiore probabilità di contagio verso persone più vulnerabili, come genitori e nonni. Per l’età inferiore ai 12 anni dobbiamo prima acquisire i dati di sicurezza ma molte considerazioni valgono anche per il bambino più piccolo. Spero davvero che queste poche righe possano aiutare molte famiglie a prendere la decisione migliore: far vaccinare i propri figli.
Alla prossima

Alberto Martelli