IL SUSHI IN ESTATE

Durante la stagione estiva si tende a mangiare piatti freddi, veloci da preparare e il pesce è uno degli alimenti favoriti. In questo scenario, il sushi rientra tra le scelte più comuni degli italiani tanto che, secondo i dati di un recente rapporto condotto dall’azienda Nielsen, il 28% lo mangerebbe ogni giorno!
Attenzione però al “mal di sushi” o come è più giusto dire, alla “sindrome sgombroide”: nausea, mal di testa, rossore della pelle su viso e collo e, nei casi più gravi, edema della glottide con rischio di soffocamento, che si manifestano dopo 20-30 minuti dal consumo di pesce che, nei casi più lievi, passano dopo nemmeno 24 ore. Questi sintomi sono provocati dell’ingestione di pesci con un elevato valore di instamina, un mediatore chimico presente nelle cellule coinvolte nelle risposte allergiche e immunitarie dell’organismo umano.
L’attività di tali enzimi dipende dal contenuto di istidina presente nella sostanza alimentare e dalla temperatura: i pesci che presentano le quote più elevate di questo amminoacido sono il tonno, lo sgombro, le sardine e le aringhe, mentre temperature tra i 6°C e 20°C favoriscono la formazione di amina. In estate, quindi, a causa dell’eccessivo caldo aumenta il rischio di una mal conservazione del pesce e di una conseguente intossicazione, quindi bisogna scegliere con ancora più cura ciò che si mangia.