INSETTI PICCOLI MA INSIDIOSI: COME TRATTARE LA PUNTURA DI ZECCA

È ufficialmente aperta la stagione di pic-nic e scampagnate all’aria aperta ma attenzione, l’erba alta e la presenza di cani o animali da pascolo, come capre e pecore, potrebbero nascondere zecche e altri insetti più o meno nocivi. Le zecche in particolare, della famiglia degli aracnidi, si attaccano all’epidermide dell’essere umano per succhiarne il sangue di cui si nutrono. Si posizionano generalmente all’estremità delle piante, in attesa di un animale che le possa ospitare, e vi si trasferiscono alla ricerca di una zona calda, ben irrorata di sangue. Conficcano il rostro nella cute dell’ospitante e vi rimangono attaccate per un paio di giorni, per poi lasciarsi cadere. Nella metà dei casi di attacco da parte di una zecca non ci accorge del morso, in quanto la puntura è accompagnata da un anestetico che non ne fa percepire il dolore. Una volta individuata la presenza dell’insetto ancora attaccato alla pelle, però, è possibile disfarsene seguendo alcuni particolari accorgimenti: è indicato afferrare il corpo dell’insetto con una pinzetta e tirarlo verso l’esterno cercando di estrarne anche il rostro.
A differenza di quanto si credeva in passato, non è indicato trattare la zecca, o la ferita, con benzina (allo scopo di soffocarla) o con vaselina, o assumere antibiotici che non siano stati prescritti dal medico. Sebbene la puntura della zecca sia innocua nella maggior parte dei casi, nel 2% di essi può portare a patologie anche gravi. Tra queste, la malattia di Lyme, un’infezione batterica, causa di febbre alta, dolori articolari, reumatici e muscolari e forte mal di testa, e l’encefalite (TBE), che si manifesta a distanza di alcuni giorni dal morso (e fino a 30 dopo l’attacco) che è caratterizzata dagli stessi sintomi dell’influenza e che può sfociare in danni a carico del sistema nervoso centrale. Se si è quindi in partenza per una gita in campagna, è bene tener presente alcuni semplici accorgimenti per non rischiare di essere morsi dalle zecche: evitare zone poco battute o infestate dall’erba alta, evitare di indossare pantaloncini corti durante le escursioni, spazzolare i vestiti, controllare le zone molli del corpo e sottoporsi ad una doccia calda dopo una giornata trascorsa all’aperto.