LE VITAMINE DEL GRUPPO B

A cura di Alberto Martelli, pediatra convenzionato con Ente Mutuo Regionale

In questo periodo di pandemia, abbiamo assistito ad un profondo cambiamento nelle richieste di acquisto per i  farmaci. A fronte di un netto calo nell’uso di antibiotici e antidolorifici, determinato da una riduzione delle infezioni specialmente respiratorie, a parte il Covid,  abbiamo assistito ad un drastico incremento nella richiesta  di farmaci antidepressivi ma anche di vitamine. Anche i Pediatri, che prima rispondevano quasi sempre no alla fatidica domanda materna se il figlio/a potesse giovarsi di integratori vitaminici, hanno ora un atteggiamento più possibilista di fronte a questa mirata richiesta.  Le vitamine del gruppo B giocano indubbiamente un ruolo nodale in questo ambito. Si tratta di un gruppo che annovera una decina di vitamine diverse, importanti per il sistema nervoso centrale e periferico, per il midollo osseo che produce globuli rossi e bianchi, oltre alle piastrine, per le cellule del fegato, per le cellule renali e muscolari. Praticamente utili, anzi indispensabili, per tutto l’organismo. Ricordiamo che il nostro corpo non è in grado di sintetizzare vitamine e dipende dall’apporto che avviene con la dieta.

I più importanti alimenti contenenti vitamine del gruppo B sono i cereali, i legumi, le verdure, la frutta secca e gli alimenti di origine animale. Sono pertanto moltissimi gli alimenti che sono portatori di questa classe di vitamine. Quindi, se una dieta è ben equilibrata e discretamente variata, è difficile andare incontro ad una situazione carenziale. Per questo un’eventuale prescrizione vitaminica non può prescindere da un’accurata anamnesi alimentare, cioè da un’indagine che possa appurare quali alimenti sono contemplati nella dieta quotidiana. Il termine “integratori” in genere sta infatti a significare l’importanza di poter completare, o integrare, appunto,  i componenti alimentari già assunti nella dieta. Infatti un apporto nutrizionale carente, diete troppo restrittive per perdere peso frettolosamente, o il voler intraprendere una dieta vegana possono essere causa di una carenza di vitamine del gruppo B. Analogamente alcune patologie intestinali, come le malattie infiammatorie croniche intestinali o la sindrome dell’intestino corto, che hanno il malassorbimento come comune denominatore, possono causare un limitato assorbimento di questa classe di vitamine. Anche il bambino che soffre di infezioni ricorrenti, tende a consumare maggiormente tali vitamine nel proprio metabolismo e richiede, necessariamente, un maggior apporto per integrarle.  Inoltre una prolungata terapia con cortisone può determinare malassorbimento intestinale. Per tale motivo questi bambini, sottoposti a prolungate terapie steroidee, possono andare incontro ad una situazione carenziale per questa classe di vitamine e anche per altro. Anche il neonato prematuro, o pretermine che dir si voglia, cioè nato prima del previsto, ha bisogno di supplementare l’apporto di vitamine del gruppo B per la maggiore velocità di crescita e per il fabbisogno metabolico aumentato. Anche le nuove tecniche di conservazione degli alimenti, compresi alcuni nuovi metodi di refrigerazione o anche l’esposizione ad elevato calore, possono essere responsabili di una riduzione del contenuto vitaminico  negli alimenti. Infatti molte vitamine del gruppo B sono termolabili, ad eccezione della Vit. B2, B3 e parzialmente la B12.  Le manifestazioni cliniche pertinenti alla carenza di vitamine del gruppo B, possono evidenziarsi, all’inizio, con sintomi sfumati e talora confondenti come fiacchezza, pallore cutaneo, pelle secca ma che possono poi evolvere in segni clinici più importanti.

Pertanto all’inevitabile domanda materna sulle vitamine, perché i Papà non lo chiedono davvero mai, aspettatevi l’inevitabile risposta: “Mi dice, con precisione, quale è l’attuale dieta di suo figlio?”.