OCCHIO ROSSO. UN SINTOMO PER TANTE PATOLOGIE. COME ORIENTARSI. Seconda parte

A cura di Mario Parma, medico specializzato in Oftalmologia, convenzionato con Ente Mutuo Regionale

30 ottobre 2021

La classica congiuntivite, mono o bilaterale, ha nell’occhio rosso la sua più eclatante manifestazione, ma purtroppo non ne esiste una sola ma diverse decine di tipi, in relazione alla causa microbica. Sia essa batterica, virale, fungina o da microorganismi diversi tipo la Clamidia. Elementi peculiari sono la presenza di secrezione, biancastra o giallastra in corso di congiuntiviti batteriche o profusa e acquosa se presente una forma virale, compresa quella da Covid19, oltre a dolenzia, gonfiore palpebrale e riduzione della capacità visiva.

Sarà compito dello specialista oftalmologo prescrivere l’antibiotico più adatto per il microrganismo responsabile, o l’antivirale nelle forme virali. Porre attenzione anche alla contagiosità di alcune varietà, adottando severe misure di profilassi igienica.

Molto più frequenti di quanto si possa immaginare, gli arrossamenti oculari dopo uso di qualsiasi apparecchio elettronico. Essi sono provocati da un difetto visivo non adeguatamente corretto come miopia, ipermetropia e astigmatismo. Anche minime entità di carenza diottrica sono sufficienti a creare intensi arrossamenti accompagnati da astenopia, cioè la difficoltà di concentrazione visiva e il continuo e persistente affaticamento dopo poco tempo dell’utilizzo della vista ad esempio col cellulare.

Occhiali con precisa correzione ottica e trattamenti specifici delle lenti come antiriflesso e filtro per la luce blu, sono la soluzione necessaria al problema.

L’arrossamento nei portatori di lenti a contatto indica che vi sono problemi nella qualità della lacrimazione e nello stato di salute della superficie oculare, cioè della cornea e della congiuntiva.

Se consideriamo le condizioni ambientali, entriamo in un campo ampio ma ricco di circostanze per l’insorgenza dell’iperemia. Premettendo che c’è sempre un coinvolgimento binoculare. Esagerato calore, polvere, fumo, inquinamento, solventi, vento e anche eccessivo freddo conducono a episodi di sofferenza oculare che oltre all’iperemia provocano lacrimazione, bruciore, e visione instabile. Sintomi che si riscontrano anche nel micro ambiente di un’automobile o di un ufficio, se presente troppo caldo, secco o freddo.

L’allergia, che sia primaverile piuttosto che sia alle polveri o intolleranza alimentare, si caratterizza anche per gonfiore delle palpebre e prurito e trova sollievo dall’uso di antistaminici, cortisone e anche in associazione a terapia sistemica adeguata nei casi più invalidanti.

La sindrome dell’occhio secco è certamente la forma più frequente d’iperemia, e deve essere correttamente inquadrata nelle sue diverse tipologie. I numerosi sostituti lacrimali in commercio vanno selezionati attentamente in rapporto al tipo di disturbo.

È corretto anche spiegare cosa è meglio non fare. Usare colliri a base di vasocostrittori. In commercio anche con formulazioni da banco, il loro prolungato utilizzo, se da un lato crea un bellissimo occhio bianco, dall’altro può provocare importanti problemi cardiaci. I cortisonici e gli antibiotici in collirio, molto efficaci ma anche pericolosi se usati senza controllo, non vanno utilizzati con auto medicazione, ma solo con prescrizione specialistica ed esclusivamente per il tempo necessario.

Per ultimo gli impacchi. Formulazioni soprattutto culinarie possono alleviare, di poco e solo temporaneamente, stati di flogosi senza però risolvere definitivamente le situazioni più complesse e soprattutto evitarli in presenza di secrezioni, perché creano un ambiente ideale per lo sviluppo dei microbi.

20/12/2021