OGGI PARLIAMO DI ACARI

A cura di Alberto Martelli, pediatra convenzionato con Ente Mutuo Regionale

 

Sì, oggi parliamo di questi animaletti, invisibili, che, benché piccolissimi, possono essere capaci di causare reazioni allergiche importanti e asma severo, anche nei bambini. Non sono degli insetti. Sono infatti una sottoclasse di Aracnidi perché hanno otto zampe e non sei, come gli insetti. Gli Acari Dermatophagoides sono quelli più importanti e sono responsabili delle allergie. Si tratta di ragni molto piccoli (misurano dai 200 a 600 µm) e, come dice la parola, si nutrono di cellule umane desquamate, cioè morte e rilasciate nell’ambiente dal fisiologico ricambio cellulare della nostra cute. Pertanto, dove non c’è cibo per loro, cioè cellule morte, non ci sono neanche questi acari perché non potrebbero vivere senza. In poche parole se noi prendiamo un libro, posto in alto nella libreria di casa nostra, che ha sopra due dita di polvere, possiamo essere quasi sicuri che, lì, non troveremo Acari Dermatophagoides proprio perché non hanno nulla da mangiare là sopra. E’ probabile che, prendendo quel libro, possa partire una raffica di starnuti ma questo avverrà, anche nelle persone non allergiche, attraverso un meccanismo irritativo, legato all’ingresso della polvere nelle narici. Un po’ quello che avviene quando inaliamo del pepe. Questi acari, oltre che del loro cibo, hanno bisogno anche di tanta umidità, cioè molta acqua nell’aria. Quando questa umidità relativa è molto bassa, diciamo inferiore al 50%, gli acari muoiono perché si trovano in un ambiente inadatto per loro alla vita. E’ questo il motivo per cui sopra i 1300 – 1500 metri, delle nostre Alpi, gli Acari non sopravvivono. Ricordatevi però che, quando avrete la possibilità di fare qualche viaggetto, ad esempio ai tropici, dove è maggiore l’umidità, gli acari riescono a sopravvivere fino ai 2.200 metri circa. Infatti gli acari vivono meglio negli ambienti non solo umidi ma anche caldi. Purtroppo questa triade infernale, umido, caldo e cellule desquamate di cui cibarsi, è perfettamente rappresentata nei nostri cuscini e nei nostri materassi, quando dormiamo. In realtà le nostre vie respiratorie sono quasi a diretto contatto con gli acari, quando siamo a letto, per un terzo della nostra giornata, circa otto ore. Esiste però la possibilità di isolare, quasi del tutto, le vie respiratorie dal nostro materasso intriso di acari. Sono ormai da anni disponibili dei copricuscini e coprimaterassi che hanno, attraverso tessuti perfettamente traspiranti e confortevoli da un lato, e, del tutto isolanti nei confronti degli acari dall’altro, le capacità di rendere le nostre notti davvero riposate attraverso una respirazione più libera, regolare e tranquilla. Occorre pertanto fornire di copricuscini e coprimaterassi i letti delle persone allergiche ricordandosi di estendere questo provvedimento a tutti i letti presenti almeno nella stessa stanza. Sarebbe infatti inutile provvedere al letto della persona allergica, trascurando, magari a pochi centimetri, il letto del fratello, ad esempio. È importante che la scelta di copricuscino e coprimaterasso sia molto attenta e oculata ricordando che le diciture “anallergico” o “anti-acaro” non sono regolamentate in Italia e tali coperture devono essere registrate come «Dispositivo medico» presso il Ministero della Salute. Il materasso anti-acaro, di fatto, non esiste e molti materassi sono registrati sì, ma come dispositivi ortopedici, non per l’allergia. Ribadiamo infine che, nelle persone allergiche, gli acari possono causare non solo un’ostruzione nasale persistente ma anche episodi, anche severi, di asma. È segnalato inoltre che l’uso dei coprimaterassi anti acaro possa ridurre la frequenza dei nuovi episodi asmatici. Le coperture anti-acaro sono utili solo se è manifesta questa particolare allergia? In realtà no, possono trarre giovamento dall’utilizzo di tali dispositivi medici anche soggetti non allergici all’acaro della polvere, ma affetti da dermatite atopica.  Il contatto con l’allergene dell’acaro, in questo caso, può danneggiare ulteriormente il film idrolipidico, cioè la barriera esterna della pelle del paziente, acuendo disidratazione e prurito, sintomi principali di questa diffusa patologia.