Le vertigini sono un disturbo che colpisce circa il 5-10% della popolazione che dipendono da un malfunzionamento del sistema di governo dell’equilibrio, composto da una rete di sistemi periferici (labirinti) che inviano segnali alla centrale di controllo alla base del midollo allungato. Non vanno quindi confuse con l’acrofobia, ovvero la paura delle altezze o di affacciarsi “sul vuoto”.
Esistono due tipologie di vertigini, ovvero periferiche oppure centrali. Le cause scatenanti delle vertigini periferiche sono:
- Labirintite, un’infezione del labirinto provocata dal virus herpes zoster (lo stesso del fuoco di sant’Antonio). Provoca problemi di equilibrio ma momentanei, fino a quando il labirinto non guarisce. Nel frattempo quindi attenzione ad andare in bicicletta, sciare o salire una scala a pioli;
- Malattia di Ménière che provoca un aumento del liquido presente nell’orecchio interno con conseguenti problemi anche di udito. Gli attacchi di vertigini durano dalle 24 alle 72 ore e possono ripetersi più volte nel corso dell’anno;
- Otolitopatia condizione per cui gli otoliti (cristalli di carbonato di calcio presenti nell’orecchio) si spostano dalla loro posizione e urtano le terminazione nervose. In questo caso le vertigini durano pochi minuti ma si presentano durante il cambio di posizione (seduti/sdraiati).
Diverse sono invece le origini delle vertigini centrali: queste sono dovute a disturbi del microcircolo del cervello (tipici tra gli anziani), malattie cardiache o patologie neurologiche (sclerosi multipla).
Esistono diversi trattamenti a cui ci si può sottoporre per curare le vertigini, ma anche alcune pratiche da mettere in atto in caso di attacchi improvvisi o subito dopo aver superato la fase acuta. Nel primo caso bisogna rimanere immobili, con gli occhi chiusi, bere a piccoli sorsi e mangiare cibi non grassi e poco conditi. Dopo, al contrario, bisogna muoversi il più possibile per stimolare i sistemi dell’equilibrio.