Introduzione
Il decadimento cognitivo rappresenta una delle principali sfide sanitarie a livello globale. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), nel mondo oltre 55 milioni di persone convivono con una demenza, e si stima che questo numero salirà a 75 milioni entro il 2030. Riconoscere i primi segnali, ottenere una diagnosi precoce e accedere a trattamenti appropriati sono passi fondamentali per migliorare la qualità della vita delle persone colpite e dei loro familiari.
In questo articolo vedremo quali sono i sintomi del decadimento cognitivo, come avviene la diagnosi e quali sono le terapie più recenti.
Cosa è il decadimento cognitivo e quali sono i primi segnali
Come si manifesta il decadimento cognitivo
Il decadimento cognitivo è caratterizzato da un progressivo declino delle funzioni mentali, come memoria, linguaggio, orientamento e capacità di ragionamento.
I segnali iniziali includono:
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Difficoltà a ricordare nomi o parole.
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Necessità di prendere appunti per attività un tempo svolte senza problemi.
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Disorientamento spaziale, anche in luoghi familiari.
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Cambiamenti dell’umore non giustificati da eventi esterni.
Il riconoscimento precoce di questi sintomi è cruciale per avviare un percorso diagnostico e terapeutico tempestivo.
Come si diagnostica il decadimento cognitivo
Quali esami e valutazioni sono necessari
La diagnosi richiede:
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Valutazione neurologica completa.
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Test cognitivi standardizzati, confrontati con dati di riferimento della popolazione.
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Esami del sangue per escludere cause reversibili come deficit vitaminici o disfunzioni tiroidee.
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Neuroimaging (es. risonanza magnetica, TAC) per valutare la struttura cerebrale, identificare lesioni vascolari e verificare eventuale atrofia in specifiche aree cerebrali.
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Esame del liquido cefalorachidiano (rachicentesi) per rilevare alterazioni delle proteine beta amiloide e tau, responsabili della neurodegenerazione.
Per approfondimenti, consulta anche le risorse dell’Istituto Superiore di Sanità: Decadimento cognitivo e demenza.
Quali sono le cure e le strategie terapeutiche
Quali trattamenti esistono oggi
Nelle fasi iniziali, la stimolazione cognitiva è spesso consigliata per allenare la memoria e le capacità residue.
In ambito farmacologico, le terapie più promettenti includono:
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Anticorpi monoclonali come lecanemab e donanemab, che contrastano l’accumulo della proteina beta amiloide, già presente nel cervello molti anni prima della comparsa dei sintomi.
Sul sito dell’Alzheimer Italia puoi trovare utili aggiornamenti e consigli pratici: Federazione Alzheimer Italia.
Perché è importante la diagnosi precoce
Perché agire tempestivamente
Una diagnosi precoce:
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Permette di avviare interventi mirati.
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Riduce il rischio di complicanze emotive e sociali.
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Aiuta familiari e caregiver a prepararsi e organizzare l’assistenza.
Secondo l’OMS, l’approccio integrato tra cure mediche, stimolazione cognitiva e supporto familiare è la strategia più efficace per gestire la demenza e il decadimento cognitivo (fonte: OMS).
Puoi consultare anche il sito del Ministero della Salute per informazioni aggiornate: Ministero della Salute – Demenza.
Conclusione
Il decadimento cognitivo è una condizione complessa ma oggi più riconoscibile e affrontabile grazie ai progressi nella diagnosi e nelle terapie. Se noti segnali di allarme in te stesso o in un familiare, non esitare a consultare un neurologo per una valutazione approfondita.
Disclaimer medico:
Le informazioni fornite in questo articolo hanno scopo puramente divulgativo e non sostituiscono il consulto medico. Per dubbi o sospetti, rivolgiti sempre a uno specialista qualificato.